L’associazione “me.dea” onlus di Alessandria si è costituita parte civile nel processo a carico dell’ex agente generale INA, Claudio Cuppone. L’istanza è stata accolta durante l’udienza di oggi.
Tra le 330 vittime seguite dal centro antiviolenza dalla sua costituzione, esattamente 3 anni fa (18 aprile 2009) ci sono state anche due donne che hanno denunciato al Tribunale di Alessandria l’assicuratore accusandolo di mobbing.
Quella che si è svolta oggi in Tribunale è stata la prima udienza del processo contro l’agente generale dell’Ina Assitalia di Alessandria, Claudio Cuppone, processato con l’accusa di mobbing nei confronti di alcuni dipendenti.
Il 22 settembre dello scorso anno, l’assicuratore è stato rinviato a giudizio dal gip Alessia Solombrino, chiamata a pronunciarsi su una serie di episodi, alcuni anche particolarmente delicati, di cui si è occupato, coordinando le indagini condotte su questa vicenda, l’allora procuratore della Repubblica Michele Di Lecce.
I fatti su cui dovrà esprimersi il collegio giudicante, risalgono al periodo compreso tra l’aprile del 2009 e il mese di gennaio 2011.
L’accoglimento come parte civile nel processo in questione, costituisce un importante riconoscimento all’associazione “me.dea” che viene individuata nel suo ruolo ben preciso e come ente importante a difesa delle donne.
Purtroppo non tutti la pensano come i giudici alessandrini: la regionale Piemonte e la provincia di Alessandria, infatti, hanno tolto i contributi economici all’associazione che da gennaio scorso è costretta ad andare avanzi senza più alcun supporto economico.
Il riconoscimento giuridico che deriva da questo accoglimento come parte civile in un processo ribadisce la grande importante del ruolo che riveste l’associazione, non solo all’interno della città, ma in tutta la provincia di Alessandria per le donne oggetto di soprusi e violenze da parte degli uomini.
18 aprile 2012