Una piccola scritta basata su una serie di traduzioni approssimative dal cinese, all’inglese e poi all’italiano che consentiva di “trasformare” i prodotti surgelati in prodotti congelati, prodotti cioè soggetti a una disciplina meno severa quanto ai requisiti necessari per l’importazione che dovevano essere distribuiti in molti ristoranti cinesi e che avrebbero potuto costituire un pericolo per la salute di tutti coloro che li avrebbero consumati.
Grazie a questa scritta che ha insospettito i militari in servizio, il Gruppo della Guardia di Finanza di Tortona al comando del capitano Michele Brunetti, ha scoperto una frode internazionale e sequestrato ben 43 tonnellate di prodotti alimentari, denunciando, alla Procura della Repubblica, tre cinesi per frode.
IL PRIMO STOCK DI 20 TONNELLATE
Una lunga vicenda fatta di controlli incrociati ed indagini che ha preso il via molti mesi fa grazie ai controlli effettuati all’Interporto di Rivalta Scrivia (completamente estraneo alla vicenda) dove arriva un primo stock di prodotti alimentari surgelati partiti da Shanghai per giungere, dopo un viaggio di circa un mese, al porto di Genova e quindi all’Interporto tortonese. per essere definitivamente importati nel territorio italiano.
Circa 20 tonnellate di cibo, surgelato e interamente destinato al mercato gastronomico nazionale. L’intero stock, prima di essere distribuito nei moltissimi ristoranti e negozi sparsi in tutto il nord Italia, che avevano ordinato la merce, veniva però concentrato nei magazzini della società importatrice, una società di capitali riconducibile a una coppia di coniugi cinesi situata alla periferia di Milano.
E’ qui che i finanzieri del Gruppo di Tortona si sono presentati, dopo i primi sospetti e le conseguenti attività investigative, muniti di un decreto di sequestro preventivo emesso dal G.I.P. di Milano e hanno immediatamente bloccato le diverse tonnellate di cibo, per lo più verdure, provenienti dal lontano Oriente.
HANNO TENTATO LA FRODE PERCHE’ AZIENDE IRREGOLARI
Poiché gli alimenti giunti dalla Cina non provenivano da uno stabilimento incluso nell’apposito elenco de Ministero della salute, gli importatori avevano escogitato un abile sistema per eludere la norma. Giocando, infatti, con le traduzioni approssimative.
Nei fatti, il semplice, ma ingegnoso accorgimento avrebbe consentito di far entrare illecitamente nel territorio italiano prodotti surgelati che altrimenti non sarebbe stato possibile importare perché privi delle garanzie richieste dalla normativa nazionale. Non solo, la perdita di ogni certezza sulla qualità delle merce, si sarebbe potuta prestare successivamente – con notevoli risparmi sui costi – a modalità di trattamento diverse da quelle consentite (ad esempio, per quanto concerne la temperatura), a tutto scapito ancora della sua genuinità e della salute degli ignari consumatori.
Minori controlli e minori spese, insomma, ma anche e soprattutto pericoli per la salute e concorrenza sleale sul mercato a danno di chi invece vi opera onestamente nel rispetto delle regole.
LE ANOMALIE E LA BRAVURA DEI FINANZIERI
L’astuto disegno non è stato però portato a compimento dal momento che la Guardia di Finanza di Tortona si è accorta subito che la merce che stava transitando per l’Interporto di Rivalta Scrivia con destinazione Milano, sede dell’importatore, aveva qualcosa di anomalo. Se, infatti, era stata trattata sino a quel momento seguendo le regole previste per gli alimenti surgelati, perché sulle etichette riportava la dicitura merce congelata?
Da qui sono scattate le indagini che, in breve tempo, hanno ricostruito tutti i movimenti dei prodotti e dei documenti che li accompagnavano dalla Cina fino a Milano e che hanno permesso di scoprire come la merce fosse effettivamente surgelata (e non congelata) e provenisse da un produttore sconosciuto al Ministero della Salute.
Per questi motivi i militari della Guardia di Finanza hanno immediatamente interessato la competente Procura della Repubblica di Milano, denunciando i responsabili, 2 soggetti di nazionalità cinese, e richiedendo il sequestro di tutta la merce prima che potesse giungere a destinazione.
IL SECONDO SEQUESTRO DI 43 TONNELLATE
Dopo questo primo sequestro, le indagini, sino a quel momento coordinate dalla Procura della Repubblica di Milano, si sono concentrate su altri importatori, al fine di verificare altre analoghe illecite importazioni. Così si è arrivati ad un altro soggetto di nazionalità cinese che, allo stesso modo, operava attraverso una società di capitali di Prato di cui era rappresentante legale. Nella circostanza, gli alimenti, dal peso complessivo di 23 tonnellate, sono stati sequestrati dai finanzieri e dai doganieri direttamente presso l’Interporto di Rivalta Scrivia. Il sequestro, convalidato dalla Procura della Repubblica di Tortona è avvenuto in presenza anche di personale del Dipartimento di prevenzione del servizio igiene alimenti e nutrizione della ASL di Alessandria.
Insomma una brillante operazione a tutela della salute pubblica grazie alla bravura delle fiamme gialle tortonesi a cui non sono sfuggite le scritte che in un primo momento sembravano perfettamente regolari.
20 marzo 2012