“Forse potrebbero diventare 100 in sede di bilancio – dice Marco Botta, consigliere regionale del Pdl e vicepresidente della Commissione Sanità – ma non di più. Questo vuol dire che ogni singolo euro dovrà essere gestito al meglio, per evitare di lasciare anziani, malati e disabili senza assistenza”.
“Oltre a cancellare i trasferimenti destinati al socio-assistenziale – spiega Botta – lo Stato, che una volta contribuiva con almeno il 75 per cento delle risorse, ha demandato ai Comuni la responsabilità di recuperare i fondi per il settore. La gestione delle risorse sarà ora, dunque, esclusivo compito delle singole amministrazioni comunali. Vista la necessità di procedere a maggiori razionalizzazioni ed economie di scala, i Comuni dovranno pertanto responsabilizzarsi di più e assicurare i servizi socio-assistenziali ai bisognosi”.
Il socio-assistenziale non è una competenza regionale: questi servizi dovrebbero essere finanziati con delle risorse che arrivavano dai Comuni e dallo Stato. La Regione Piemonte, non per diretta competenza, ma per precisa scelta politica, sta cercando di continuare nel sostegno di questo settore, facendo del proprio meglio ed andando anche ben oltre i propri obblighi. L’equivoco sulle competenze sul socio-assistenziale è nata anni fa, quando la Regione decise con una propria legge di stanziare dei fondi in aiuto ai Comuni, per supportarli nell’esercizio di questo servizio fondamentale per i cittadini. Nei prossimi anni, però, alla luce degli ingenti tagli statali e dell’azzeramento quasi totale dei fondi governativi per il capitolo socio-assistenziale, sarà molto difficile che la Regione riesca a sostenere il settore.
“Per quanto poi riguarda i fondi che la Regione intende dare alle varie realtà sul territorio sul socio-assistenziale – prosegue Botta – i criteri che si vogliono seguire e si seguiranno sono criteri di equità per tutto il territorio piemontese: popolazione anziana, dispersione territoriale, numero di abitanti, presenza di strutture per l’assistenza e infine la spesa pro-capite che i singoli Comuni mediamente dedicano per questo settore”.
16 marzo 2012