Violenti, cattivi, che non avevano remore nel mettere a segno colpi di una gravità inaudita. Così vengono descritti i sei componenti della banda di ladri che negli ultimi sei mesi hanno messo a segno furti a raffica in tutta la provincia di Alessandria, ma anche in provincia di Asti e Pavia e che sono stati arrestati durante una maxi retata.

Igor Goracci

Viktor Markja

Eugen Dervishi

Una banda che è stata individuata dopo una lunga serie di indagini e alla fine è scattato il blitz con 20 pattuglie e 60 agenti della Polizia di Alessandria che in collaborazione con i colleghi di Torino e Genova, dalle 22 di martedì sera, hanno dato il via ad una maxi retata che, al momento in cui scriviamo, è ancora in corso.

I particolari dell’operazione chiamata in codice “Las Vegas” perché gli autori, secondo l’accusa, erano soliti scassinare i Videopoker dei bar, sono stati divulgati durante una conferenza stampa che si è svolta presso la Questura di Alessandria con il Questore Filippo Dispenza e il capo della Squadra Mobile Domenico Lopane.

Roberto Capra

Edmond Tota

Sejdi Dokuzi

In manette sono finiti 5 albanesi e un italiano: si tratta di Roberto Capra, 25 anni alessandrino, residente alla Frazione Valmadonna,  Sejdi Dokuzi, Edmond Tota, Viktor Markja,  Eugen Dervishi e Igor Goracci, albanesi tutti di età compresa fra i 22 ed i 26 anni. Sono stati arrestati per diversi reati, fra cui associazione a delinquere, furto, porto abusivo di armi, detenzione di sostanze stupefacenti e molti altri.

I quattro albanesi non avevano una dimora fissa, ma venivano via via ospitati da connazionali in abitazioni sparse in diverse zone della provincia: ad Alessandria, Tortona, Pontecurone e Pozzolo Formigaro. Soggiornavano a turno i questi 4 comuni spostandosi di continuo, ed infatti, insieme alle sei persone arrestate sono state denunciate altre 10 persone alcune delle quali, appunto, ospitavano i quattro albanesi.

Il massiccio Blitz è stato effettuato proprio per controllare tutte le abitazioni che hanno ospitato i 4 albanesi.

L’OMICIDIO DI ALBISOLA

Uno dei colpi più cruenti è stato quello messo a segno il 15 dicembre scorso, ad Albisola in provincia di Savona, quando nel corso di un ennesimo furto tramutatosi in rapina, l’anziana donna presente all’interno dell’abitazione presa di mira dalla banda, era stata colpita violentemente al capo con un piede di porco, decedendo a seguito del trauma riportato. Per quell’omicidio, grazie agli elementi di prova forniti dalla Squadra Mobile di Alessandria, erano già stati arrestati DEVISHI e MARKJA che, nella mattinata odierna, sono stati raggiunti in carcere dalle nuove ordinanze di custodia cautelare.

COME E DOVE HANNO RUBATO

La metodologia con cui venivano commessi i furti nelle abitazioni prevedeva la presenza di un palo all’esterno dell’obiettivo e l’intervento di due o tre soggetti all’interno, previa forzatura della porte d’ingresso o delle finestre. In genere i colpi venivano eseguiti all’interno di luoghi in quel momento disabitati ma, purtroppo, l’eventuale presenza di persone all’interno delle abitazioni non costruiva un problema.

Secondo l’accusa la banda ha messo a segno i seguenti furti: in abitazioni il 2 ottobre 2011 a Mombaruzzo, il 16 novembre in piazza Basile ad Alessandria, il 29 novembre a Quattordio, i 6 ottobre ad Ovada, il 25 dicembre a Strevi, il 6 ottobre a Ricaldone dove è stato rubato un fucile. Furti di auto l’11 novembre ad Alessandria (Fiat panda), il 14 gennaio a Bergamasco (Fiat panda) e il 25 dicembre ad Alice Bel Colle (Toyota Corolla). Furti in locali pubblici: il 26 novembre al bar Dante di Mandrogne. I furti venivano messi a segno a turno da tre dei 6 componenti della banda.

A due degli albanesi sono stati inoltre contestati anche l’incendio appiccato ad una gioielleria di Rivanazzano lo scorso 20 febbraio e il danneggiamento di un bar di Vignale Monferrato, avvenuto il 30 novembre scorso

UNA PIANTAGIONE DI MARIJUANA A VALMADONNA

Nel corso dell’operazione sono state eseguite anche numerose perquisizioni personali e locali, con il rinvenimento di refurtiva (un rolex ed un televisore LCD), sostanze stupefacenti, un fucile a pompa con un proiettile in canna pronto all’uso, chiavi di numerosi veicoli rubati, telefoni cellulari e altro materiale di riscontro alle indagini.

Sempre nel corso dell’operazione presso l’abitazione di Roberto Capra i poliziotti hanno trovato una vera e propria piantagione di marijuana con oltre 1 kg marijuana già essiccata e 20 piante coltivate nel giardino. Alla vista degli agenti della Squadra Mobile,  la madre di Capra, secondo l’accusa, ha cercato di recidere gli arbusti della piantagione ed é stata denunciata.

28 marzo 2012