Il prezzo del pieno per una automobile media (50 litri) ha superato i 93 euro per effetto dell’aumento del prezzo della benzina, mentre il nuovo record del gasolio per l’autotrasporto ha un effetto valanga sulla spesa in un Paese dove l’88 per cento delle merci viaggia su strada.
Benzina, trasporti e logistica incidono complessivamente per circa un terzo sui costi della frutta e verdura.
A subire gli effetti del record nei prezzi è però l’intero sistema agroalimentare dove si stima che un pasto percorra in media quasi 2mila chilometri prima di giungere sulle tavole.
“Le previsioni – sostengono il presidente e il direttore della Coldiretti alessandrina Roberto Paravidino e Simone Moroni – sono preoccupanti anche per il 2012 poiché l’anno è infatti iniziato con il maltempo che ha causato al settore danni ingentissimi tra perdita di raccolti, crolli di edifici e stalle e maggiori costi di riscaldamento mentre sul piano commerciale i prezzi alla produzione nel mese di gennaio si sono ridotti del 3 per cento, con un ribasso del 9 per cento per le coltivazioni e un aumento del 4 per cento delle produzioni da allevamento”.
Nell’intero comparto gli ortaggi con il calo del 25 per cento sono quelli che hanno fatto segnare la peggiore performance, ma una flessione del 19 per cento si registra per l’olio di oliva, del 12 per cento per i cereali e dell’8 per cento per la frutta.
L’inflazione è spinta dall’aumento del carrello della spesa determinato dal balzo record nei prezzi di benzina (+18,6 per cento), gasolio (+25,5 per cento) e degli alimentari a partire dagli ortaggi (+8,6 per cento) i cui prezzi salgono per effetto di neve e gelo sui quali si sono innescati anche fenomeni speculativi. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sui dati Istat sulla risalita al 3,3 per cento dell’inflazione a febbraio che sono stati fortemente condizionati dal grande freddo.
“Incrementi rispetto allo scorso anno si registrano – continuano Paravidino e Moroni – anche per la pasta con +2,3 per cento mentre sono diminuiti i prezzi della frutta (-2,4 per cento). Il risultato è un contenimento dei consumi alimentari con le tavole degli italiani che si sono impoverite in quantità nel 2011 dalla carne bovina (-0,1 per cento) a quella di maiale e ai salumi (-0,8 per cento), dall’ortofrutta (-1 per cento) alla pasta (-0,2 per cento) fino al latte fresco (-2,2 per cento)”.
Una situazione che potrebbe aggravarsi nel corso del 2012 per effetto dell’aumento delle aliquote Iva previsto per ottobre che con il passaggio dall’aliquota del 21 al 23 per cento colpirebbe alcuni prodotti di largo consumo come l’acqua minerale, la birra e il vino ma anche specialità come i tartufi mentre a quello dal 10 al 12 per cento sono interessati dalla carne al pesce, dallo yogurt alle uova ma anche il riso, il miele e lo zucchero.
Per effetto dell’aumento record dei prezzi dei carburanti, la spesa per trasporti, combustibili ed energia elettrica delle famiglie italiane ha sorpassato nel 2011 quella per gli alimentari, secondo l’analisi della Coldiretti dalla quale si evidenzia a causa di questi rincari, il costo per trasporti, combustibili ed energia elettrica è stimato complessivamente pari al 19,1 per cento della spesa totale, contro il 19 per cento della spesa alimentare.
“Un cambiamento che – precisano Paravidino e Moroni – riflette l’andamento dei prezzi sul mercato dove un litro di gasolio costa più di un litro di latte o di un chilo di pasta. Bisogna evitare il rischio reale che le famiglie italiane per far fronte ai rincari energetici in un momento di crisi siano costrette a risparmiare con l’acquisto di cibo a basso prezzo, a cui può corrispondere anche bassa qualità e rischi per la salute”.
14 marzo 2012