In questa rubrica trovate di rado le recensioni dei film italiani. Il motivo è semplice: i film italiani, quasi sempre narrano la nostra realtà, quella quotidiana, che viviamo tutti i giorni.
Sono uno spaccato della vita attuale: film commedia di storie vissute oppure film comici che estremizzano situazioni della vita di tutti i giorni con battute di ogni genere.
I film italiani sono un buon prodotto e spesso trattano temi anche scottanti o di attualità e sono sicuramente apprezzati dagli italiani, tuttavia, poiché spesso il cinema è inteso come svago ed evasione dalla realtà, generalmente nelle recensioni, privilegiamo i film stranieri che si dedicano maggiormente a questo filone.
Inoltre, in provincia, soprattutto a Tortona, abbiamo la fortuna di avere il Circolo del Cinema che propone Cineforum con film di alta qualità, per cui questa rubrica cerca di proporre ai lettori qualcosa di diverso da ciò che trovare nelle normali recensioni dei altri quotidiani, una chiave diversa di lettura di un film visto come prodotto di svago ma anche come prodotto artistico e di qualità.
Fatta questa doverosa premessa, trattiamo l’ultimo film di Carlo Verdone.
Se qualcuno si aspetta di vedere un film comico, non vada a vedere “Posti in pedi in Paradiso” perché il film, come scritto anche nel titolo, possiamo definirlo “agrodolce” si ride con qualche battuta estremizzando le situazioni (spettacolare la scena del telefono cellulare che “prende” solo vicino alla finestra) ma per il resto siamo di fonte ad un film più tragico che comico, dove la mancanza di soldi (cronica) dei tre protagonisti, ben si adatta alla situazione reale che stiamo vivendo in questo periodo.
Una cosa che non riesco a capire sono le locandine dei film italiani: tutte realizzate come se si trattasse di un film comico. La stessa cosa vale per “Posti in piedi in Paradiso” la locandina è illusoria: sembra di andare a vedere un cinepanettone.
Invece non è così, e mi chiedo: è mai possibile che per richiamare il pubblico si debba ricorrere a certi artefici? La locandina dovrebbe essere lo specchio di un film, ma spesso non così e “Posti in piedi in Paradiso” ne é l’esempio perché sono tutti sorridenti, quando il film invece, di sorridente, ha davvero poco.
Le tre storie dei protagonisti, infatti, sono reali, si toccano con mano; tre padri divorziati, perennemente spiantati e senza soldi, ci sarebbe da ridere se non fosse, che purtroppo, questa è la realtà in cui vivono moltissime persone. Ovviamente su questa realtà estremizzata arrivano le battute comiche e le tre storie vengono interpretate magistralmente da tutti, ma un plauso particolare merita Micaela Ramazzotti, nella parte della cardiologa non completamente “a posto” con grossi problemi esistenziali. Direi che abbiamo scoperto una grande attrice. Chapeau!
Angelo Bottiroli
18 marzo 2012