Avrebbe già dovuto essere funzionante la fabbrica del latte e dei succhi di frutta che Dino Ballestra, l’imprenditore di Imperia (che produce acque minerali ma fa anche parte della multinazionale “Comalait” con sede a Lione) il 5 ottobre 2010 aveva preannunciato di voler realizzare a Tortona.
Tutto, invece è fermo e probabilmente rimarrà tale ancora per molto tempo in quanto lo stesso Ballestra ha preannunciato che – per ora – non ci sono più le condizioni per realizzare l’investimento che avrebbe portato lavoro a circa 150 persone tra assunzioni dirette ed indotto.
«Non ci sono le condizioni in Italia per continuare a fare gli investimenti previsti – dice Ballestra -: non si riescono ad avere soldi dalle banche, i tassi sono alle stelle, non c’è una porta che si apra. Nessun aiuto neanche dalla Regione che ci ha risposto che per ottenere agevolazioni dovremmo assumere 300 persone. Il Comune di Tortona ci ha aiutato a trovare il terreno, che abbiamo acquistato investendo 4 milioni di euro, con la prospettiva di realizzare qualcosa di importante. In Francia gli imprenditori fanno investimenti con l’aiuto di Province, Regioni, Mercato Comune: noi siamo andati in giro per tutto il Piemonte ma nessuno ci ha mai proposto di darci un euro. In 6-7 mesi è cambiato tutto e oggi è impossibile per gli operatori dell’industria alimentare fare investimenti senza aiuti e con tassi di interesse al 6/7%, il mercato in recessione e i consumi che scendono».
L’investimento che la “Comalait” era intenzionata fare ammontava a circa 12 milioni di euro. Sarebbe stata la prima fabbrica italiana della multinazionale francese con la produzione quasi esclusivamente effettuata per la grande distribuzione. Durante la conferenza stampa di presentazione dell’impianto (nella foto) il 5 ottobre 2010, Ballestra aveva preannunciato che la fabbrica sarebbe stata ultimata entro dicembre 2011. A fine gennaio fu acquistato il terreno, a Torre Garofoli, nei pressi di strada Gerola (la zona del salumificio Barabino) e a fine marzo la commissione edilizia approvò il progetto per uno stabilimento di 8190 metri quadrati di cui 500 destinati a laboratorio, 480 ad uffici e 800 a spogliatoi e locali tecnici.Sulla decisione di soprassedere avrebbe “pesato”inciso anche l’improvvisa morte a soli 50 anni del direttore generale di Candia, l’altro fautore, insieme a Ballestra dell’insediamento. Tuttavia, a quanto pare, anche i francesi, in questo momento vogliono vedere cosa accadrà.
Secondo Ballestra oggi gli investitori preferiscono comprare in borsa piuttosto che impegnare denaro in stabilimenti con il sistema di tassazione diventato impossibile.
14 gennaio 2012