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CINEMA: “J.Edgar” al Megaplex Stardust, poca azione ma grandi interpreti per un film da oscar

 

Clint Eastwood e Di Caprio sul set

J.Edgar Hoover (1895-1972) ha lavorato per l’FBI per oltre mezzo secolo, la maggior parte dei quali trascorsi come suo direttore (1924-1972) sotto otto presidenti statunitensi, da Calvin Coolidge a Richard Nixon, in un periodo di grandi gangster e dove in America imperversava la criminalità.

Lo spettatore però non deve pensare di andare a vedere un film d’azione, perché “J.Edgar” è soprattutto un film biografico, che si trascina forse un po’ lentamente, indugiando sulla personalità anche controversa dell’uomo che non è stato il fondatore dell’FBI, ma quasi perché Quando il Presidente Calvin Coolidge lo mise, giovanissimo, a capo del servizio FBI, c’erano 600 agenti in forza: al termine della sua gestione erano 6.000.

L’accademia nazionale per l’addestramento degli agenti, l’immenso archivio per le impronte digitali, i laboratori scientifici, sono creazioni di Hoover.

Di Caprio e Hammer

Ereditò un’organizzazione indebolita dalle politiche, dall’inettitudine dei raccomandati: lui fece piazza pulita di tutto, instaurò una disciplina ferrea, metodi rigidissimi di addestramento e di selezione, e fece dell’FBI uno strumento di rara efficienza.

Tuttavia alcuni lo ritengono fra i responsabili delle numerose violenze commesse dagli agenti nei confronti della comunità afroamericana, con un presunto accanimento particolare verso i membri di organizzazioni come le Black Panthers.
Questa la vera storia di un personaggio controverso che Leonardo di Caprio è chiamato ad interpretare e lo fa in maniera impeccabile con una grande interpretazione che sarà sicuramente candidata all’oscar, come lo saranno presumibilmente anche altri attori non protagonisti come Armie Hammer che interpreta Clyde Tolson, lo stretto collaboratore di Hoover (forse tra i due un rapporto quasi omosessuale, ma mai provato) soprattutto nella versione del pensionato anziano, davvero straordinaria, o Judi Dench che interpreta la mamma di Hoover.

Il film è del regista Clint Eastwood che alla veneranda età di 82 anni continua ad essere dietro la macchina da presa con la verve di un ragazzino.

Il vero Edgar Hoover

Come detto nel film c’è poca azione, poca suspense (il vero Hoover è rimasto soprattutto dietro la scrivania a dirigere l’FBI) e un finale scontato, ma oltre alla grande interpretazione di tutti gli attori, meritano sicuramente l’oscar il trucco con cui i protagonisti vengono invecchiati e l’ambientazione: impeccabile anche nei minimi particolari.

Tutto questo fa sì che un film lento nello svolgimento alla fine si dipana molto più velocemente di quel che sembra e quando lo spettatore si alza non si rende conto neppure che sono passati ben 137 minuti dall’inizio.

la ricostruzione dell’epoca é quasi perfetta, lo stesso dicasi per i personaggi, ma ciò che colpisce, appunto, é lo scorrere veloce di un film “lento” un film senza colpi di scena eclatanti.

Di Caprio invecchiato: sorprendente la somiglianza con il vero Hoover

Ed è anche questo che distingue un ottimo film da uno dozzinale: spesso film di azione che durano 90 minuti sembrano eterni e non finiscono mai, altri invece, come “J.Edgar” sono lenti e descrittivi, ma finiscono persino troppo presto.

Angelo Bottiroli

8 gennaio 2012

 

 

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