«Le polemiche che continuano a susseguirsi sul tema della ricerca a sostegno della cura e della prevenzione del mesotelioma presentano un lato inedito e obiettivamente sconcertante dell’opinione pubblica di Casale Monferrato, perlomeno per quello che viene riportato da alcuni giornali, in primis La Stampa». A parlare è il Sindaco Giorgio Demezzi, che prosegue:

«Da quando siamo in ballo con l’offerta di risarcimento da parte dell’imputato svizzero nel processo Eternit e dopo l’intervento del Ministro della Salute Renato Balduzzi, che ha lasciato intravedere una possibilità di intervento concreto da parte dello Stato per sostenere la ricerca, qualcuno ha cercato di scatenare una guerra tutti contro tutti, confondendo le acque e arrivando a mettere in dubbio il valore della ricerca e della bonifica come capisaldi indispensabili per la rinascita di questa città».

«Se mai ci fosse bisogno di chiarire quanto la ricerca sia importante – prosegue Demezzi -, vorrei rendere nota la lettera che questa amministrazione ha ricevuto da parte del professor Michele Carbone dell’Università di Hawai, Direttore di uno dei 65 Cancer Center riconosciuti dal governo federale statunitense, in cui offre ai cittadini di Casale la possibilità di accedere alle più` moderne strategie di prevenzione, diagnosi e terapia. Lettera che alleghiamo per esteso e che pubblichiamo sul sito del Comune».

«Secondo il professor Carbone è possibile intervenire realmente e subito sia per prevenire il mesotelioma nelle generazioni future, sia per sviluppare diagnosi precoci della malattia e nuove terapie più efficaci per coloro che sono già ammalati. Vi sembra poco?».

 

IL PARERE DI MICHELE CARBONE ESPERTO USA PER LA CURA DEL CANCRO

“Il mesotelioma purtroppo – scrive il professor Michele Carbone – non è solo un problema della città di Casale o dell’Italia. Il modo migliore per affrontare questo male è favorire lo sviluppo della ricerca avviando collaborazioni in tutto il mondo e ricorrendo a risorse e tecnologie internazionali. Quello che vedo è un team di esperti diretto da Casale,ma con contributi internazionali».

Il team di ricerca coordinato dal professor Carbone, a cui collabora anche Giovanni Gaudino, già professore di Biologia Molecolare all’Università del Piemonte Orientale “Avogadro” ed esperto in questo campo, si è occupato in passato di altre epidemie di mesotelioma in varie parti del mondo, maturando un’esperienza di primaria importanza in questo settore. Ma quali sono le possibili collaborazioni che potrebbero essere avviate a Casale Monferrato?

«Non si tratta solo di individuare le rimanenti cause di esposizione ad amianto e rimuoverle per prevenire l’insorgenza di mesotelioma nelle future generazioni – sostiene il professore – È necessario intervenire anche su uno dei fattori scatenanti la malattia: l’infiammazione pleurica cronica causata dal deposito di fibre di amianto nei tessuti. Negli Stati Uniti stiamo avviando un clinical trial per inibire tale processo, che potrebbe essere replicato anche a Casale».

«Un altro aspetto fondamentale – prosegue Carbone – è la possibilità di una diagnosi precoce del mesotelioma, in presenza sia di predisposizione genetica sia di esposizione prolungata. Per monitorare la popolazione e individuare le persone a più alto rischio, è possibile utilizzare appositi biomakers: si tratta di proteine che aumentano nel siero degli esposti ad amianto e o dei malati di mesotelioma, indicando la comparsa del tumore».

«Inoltre, per coloro che sono già ammalati – aggiunge Carbone – uno degli aspetti più critici riguarda l’individuazione della terapia migliore in tempi rapidi. Gli studi dimostrano che ogni paziente è un caso a sé e risponde a farmaci differenti, quindi è importante poter testare più regimi chemioterapici contemporaneamente così da individuare il farmaco adatto. Una possibilità percorribile se a Casale venisse realizzato un trial clinico simile a quello già reso operativo negli USA dal nostro team».

«Da medico e scienziato – conclude Carbone rivolgendosi al Sindaco – posso dirle che con quei milioni di Euro si possono fare certamente molte cose per prevenire il mesotelioma in generazioni future, per identificare la malattia a uno stadio precoce in coloro che sono già stati esposti, e per cercare di aiutare con terapie più efficaci gli ammalati e per sviluppare terapie nuove e più efficaci».

«Se c’è un merito in tutta questa polemica tuttavia – conclude Demezzi – è quello di aver riportato all’attenzione nazionale e anche internazionale il dramma della nostra comunità, e quali che saranno le scelte nell’immediato, noi lavoreremo affinché i riflettori non si spengano, finché non potremo essere certi che Casale Monferrato stia veramente uscendo da questa emergenza sanitaria e ambientale».

16 gennaio 2012