Per fortuna il 22 dicembre a Fabbricazioni nucleari di Bosco Marengo non si è incendiato il deposito di scorie atomiche bensì una apparecchiatura di pulizia. Altrimenti ci saremmo trovati in una delle condizioni di rischio di disastro nucleare.
L’incendio, anche se si è trattato in fondo di una sciocchezza, non è stato sottovalutato dall’Arpa che ha monitorato la situazione. Non solo, ma riapre il problema delle industrie a rischio e soprattutto dei Piani di Sicurezza che Comuni dovrebbero adottare e dei rischi che la popolazione corre ad abitare vicino a questo tipo di aziende.
I comuni, la Protezione civile e tutti i soggetti preposti, almeno recentemente, sembrano essersi dimenticati dei potenziali pericoli che queste aziende rappresentano. Non ricordiamo, recentemente, iniziative di sensibilizzazione che abbiano coinvolto al popolazione.
Il problema non riguarda solo i Comuni limitrofi a Boscomanrengo che per legge avrebbero dovuto fornire ai cittadini i Piani di emergenza ma tutto un discorso legato alla presenza di queste aziende sul territorio.
Le cosiddette “Aziende a rischio industriale” per legge devono essere catalogate (e lo sono) ma se andiamo a chiedere ai cittadini di ogni Comune della provincia di Alessandria quante sono e dove sono ubicate, ben pochi lo sanno.
26 dicembre 2011