Vi sono questioni del nuovo Piano Sanitario che meriterebbero di essere approfondite, primo fra tutti il principio cardine del puro e mero risparmio, poi la separazione tra sanità e territorio, non a caso strutture come i consultori non vengono minimamente citati, sino alla suddivisione netta tra Aaziende Sanitarie e rete ospedaliera.
Non siamo d’accordo con il principio di mercato, a cui si ispira il Piano, in cui è l’offerta economica a determinare l’acquisto delle prestazioni potrebbe porre vincoli a cui debbono soggiacere le aziende con il conseguente ridimensionamento o chiusura di reparti o intere strutture.
Non vogliamo occuparci della generalità del Piano, ma delle sue ricadute nel contesto del nostro territorio. L’ospedale di Casale, che vive quotidianamente difficoltà legate al personale, cui non manca settimanalmente l’allarme per il mantenimento di servizi o reparti (ultimo solo in ordine di tempo il centro nascite) può essere rassicurato solo dalle dichiarazioni di un politico accorto e scafato come Cavallera che definisce la struttura casalese come “cardine”, definizione di per sè vuota ed attribuita ad altri presidi ospedalieri differenti per dimensioni e bacino di popolazione?
E’ ora che l’Amministrazione casalese rivendichi con la Giunta regionale, del proprio medesimo orientamento politico, non vecchi desiderata buoni per le campagne elettorali, ma certezze di ruolo per il presidio ospedaliero riferimento di territori sovraprovinciali, specialità ed eccellenze e non solo il mantenimento di genericità sempre in bilico e sul Centro Regionale Amianto qualcosa di più che dichiarazioni d’intento da comunicato stampa con pieno e serio coinvolgimento del Comitato strategico.
Fabio Lavagno (Sinistra Casalese – Sinistra Ecologia Libertà)
4 dicembre 2011