“Abbiamo dovuto spendere per la gente e per la città, ma metteremo i conti a posto. Abbiamo già iniziato l’opera di risanamento.” Questo, in sintesi, quello che hanno detto il sindaco Piercarlo Fabbio e l’assessore Luciano Vandone, stamattina, davanti alla Corte dei Conti di Torino sulle contestazioni ai bilanci 2010-2011.
“E’ stato un colloquio franco e sincero, in un clima cordiale – ha detto Fabbio – è stata l’occasione per spiegare le nostre macropolitiche di bilancio – ha detto Fabbio – senza entrare nelle questioni puntuali sulle quali abbiamo prodotto nei giorni scorsi una dettagliata memoria”.
Il risanamento richiede canoni precisi: “abbiamo cercato di bloccare l’indebitamento – aggiunge il sindaco – cresciuto dal 2002 al 2005, e questa è l’eredità che ci siamo trovati, di circa 50 milioni passando da oltre 90 a quasi 150”.
Nei quattro anni e mezzo di amministrazione Fabbio sono stati investiti i proventi delle alienazioni immobiliari in lavori e si è puntato sulle privatizzazioni parziali o totali delle aziende partecipate.
“Il ritardo – aggiunge Fabbio – è dovuto a molti fattori: alla ferma opposizione della minoranza, che invece tra poco ci verrà a dire, su indicazione del neogoverno Monti, che le dobbiamo fare, al continuativo accesso alle anticipazioni di cassa, cui siamo stati costretti per garantire gli stipendi a fronte di trasferimenti da altri enti che non arrivano in tempo. Il Comune, oggi, non può essere considerato un semplice esecutore di norme, un centro di spesa, ma un soggetto di investimento, soprattutto in periodi di forte crisi come quelli che stiamo vivendo: in questa direzione noi ci siamo mossi, con l’obiettivo di far sì che la distribuzione della povertà fosse meno alta. La città aveva bisogno di queste azioni e noi le abbiamo fatte, presto firmeremo anche il Protocollo con l’Ifel (Istituto per la finanza e l’economia locale) dell’Anci e il Ministero dell’Economia per avviare il processo di sperimentazione del federalismo fiscale. Siamo un ente, e come tali, disposti a cambiare ciò che ci viene chiesto sulla base di una interpretazione diversa dei dati e dei conti, ma non certo per un’ammissione di colpa o per sanare errori che non abbiamo commesso”.
E proprio in tema di dismissioni a breve verrà venduta anche la partecipazione dell’Amiu.
Piercarlo Fabbio, insomma, sembra tranquillo, anche se sono in molti a sostenere che il Comune di Alessandria sia vicino al default. Forse dichiarazioni di questo genere, anche se riportate da alcuni giornali economici, sembrano eccessivamente negative, così come sembrano eccessivamente generiche le dichiarazioni del sindaco.
Tanti alessandrini avrebbero voluto sapere con precisione a quanto ammonta – in soldoni – il “buco” di Bilancio e cosa intende fare il Comune per ripianarlo, ma i conti precisi, a quanto ci risulta, (purtroppo) non li ha divulgati nessuno: né la maggioranza, né l’opposizione.
17 novembre 2011