La decisione è stata presa nei giorni scorsi dopo alcuni incontri. Inizialmente l’azienda aveva proposto uno scorporo in due società distinte, e, in aggiunta, un ridimensionamento di personale.
“Dopo alcuni incontri – dice Antonio Olivieri della Cgil – l’azienda ha modificato, ma solo in parte, la propria posizione, senza ritirare la spada di Damocle dei licenziamenti, per cui noi non abbiamo sottoscritto alcuna intesa a differenza di altre sigle che invece hanno detto sì all’accordo che prevede la messa in Cassa integrazione fino a dicembre 2011 di tre persone scelte dall’azienda – senza rotazione – più altre cinque che passeranno da tempo pieno a tempo parziale, senza la previsione di alcun automatismo per eventuali rientri in forza lavorativa in caso di mancata riconferma a fine anno della Cassa Integrazione: Si tratta di un accordo in contrasto con le norme di legge! Riteniamo questa operazione gravemente lesiva per i diritti dei lavoratori. Nei prossimi giorni, ci sarà un incontro presso la Direzione provinciale del Lavoro. Comunichiamo già sin d’ora che, se le cose resteranno tali, adiremo le vie legali per tutelare i lavoratori chiamati a sopportare i costi dei sacrifici aziendali.”
26 ottobre 2011