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ALESSANDRIA: “Il colpo al Centro Commerciale non può rimanere impunito.” Il dubbio

Il Centro commerciale "Gli archi"

Una banda di sei persone provenienti dall’est europeo non nuovi a questo genere di colpi, ma con ogni probabilità delinquenti di mezza tacca e non professionisti perché troppo alto il rischio a cui si sono esposti rispetto al possibile guadagno. Questo l’identikit dei banditi che ieri sera hanno seminato il panico al Centro Commerciale “Gli archi” prendendo d’assalto la gioielleria Tredy con un’azione di guerriglia utilizzando liquido infiammabile, forse delle molotov e senza alcuna remora sulle possibili conseguenze che l’incendio avrebbe potuto scatenare dentro un centro commerciale.

I particolari dell’assalto sono già stati pubblicati in un altro articolo, qui vogliamo illustrare quanto dichiarato dal Questore di Alessandria Filippo Dispenza, e dal capo della Squadra Mobile della Questura, Domenico Lopane, nella conferenza stampa che si è svolta stamattina, nella quale sono stati illustrati alcuni particolari importanti dell’assalto alla gioielleria che a quanto pare è stato messo da banditi provenienti dall’est Europa, che non risiedono in provincia di Alessandria e che avrebbero già colpito in altre zone.

“L’episodio – ha detto il Questore Filippo Dispenza – è di estrema gravità e non può rimanere impunito. Non si possono tollerare fatti come questi, per cui faremo tutto il possibile per arrestare gli autori della rapina che con ogni probabilità vengono da fuori provincia, ed è per questo che abbiamo già messo in allerta e siamo in contatto con tutte le altre forze dell’ordine.”

Il valore dei gioielli rubati non è stato ancora quantificato ma non sarebbe affatto ingente: 40 forse anche 70 mila euro, difficilmente si arriverà a 100 mila. I banditi, infatti, hanno spaccato dieci vetrine e in pochi minuti hanno arraffato tutto quello che c’era dentro: anelli, collane, orologi e braccialetti, ma le pietre preziose e i diamanti esposti, a quanto pare non erano numerosi.

LE INDAGINI

“La titolare della gioielleria – dice il capo della Squadra Mobile Domenico Lopane – è ancora sotto choc, per farla smettere di gridare, le avrebbero stretto anche il collo quindi è evidente che riesce difficile persino effettuare l’inventario. Per quanto riguarda le indagini le abbiamo subito attivate visionando anche le immagini telecamere a circuito chiuso.”

Più che le immagini della rapina saranno importanti i filmati dei giorni precedenti, perché a quanto pare i banditi sono entrati nel centro commerciale già con il passamontagna, ma di sicuro prima di agire hanno effettuato uno o più sopraluoghi. Per questo motivo gli inquirenti sperano di trovare elementi importanti. Altro aspetto le telecamere esterne: i banditi, con ogni probabilità sono scappati a bordo di una o più automobili e le telecamere posizionate in città potrebbero essere di aiuto soprattutto per individuare i mezzi usati per la fuga.

Elemento non trascurabile, infine, la schedatura dei gioielli di maggior valore: si dovrà capire se e quanti sono stati catalogati. Insomma un’indagine lunga e tutt’altro che facile ma gli inquirenti sono fiduciosi.

IL PARTICOLARE STONATO

In tutta questa vicenda però c’è qualcosa che non quadra: come noto i banditi, stando alle dichiarazioni dei testimoni e dalle riprese delle telecamere erano almeno 5 o 6 più altri due ad attendere i complici a bordo di due automobili, cioè almeno 7 oppure 8 persone che hanno agito con gran fracasso, incendiando il locale con liquido infiammabile gettando fumogeni, immobilizzando la titolare, rompendo le vetrine con mazza da baseball o martelli, insomma creando un trambusto tale che secondo la Questura è quanto meno strano, o perlomeno singolare: un colpo così eclatante, in genere, si mette a segno per un ingente bottino e non per poche decine di migliaia di euro.

Un’azione, insomma, che  lascia molto perplesse le forze dell’ordine.

“Sicuramente non erano professionisti – è stato detto in conferenza stampa – perché il rischio è troppo alto rispetto ai benefici”.

I poliziotti, infatti, sono arrivati sul posto circa due minuti dopo la rapina, quindi il margine dei banditi era davvero risicato. Una ragione in più per chiedersi i motivi per cui è stato messo a segno un colpo del genere che ad Alessandria, a memoria d’uomo, è talmente cruento che non ha riscontri. Mai una rapina ha messo così a rischio l’incolumità di tante persone, mai una rapina era stata tentata con questa tecnica in un centro Commerciale.

Un dettaglio questo che apre molti interrogativi: erano persone così disperate da effettuare una rapina con questo ingente “impegno” per poche migliaia di euro? Oppure c’è dell’altro? Non è che la rapina sia stata commissionata da qualcuno più in alto per impegnare la Polizia in questa difficile indagine e distoglierla da qualcos’altro? Si voleva far convogliare le attenzioni verso questo episodio? E perché? Oppure siamo veramente allo sbando e in una situazione di crisi tale che anche poche migliaia di euro possono far gola a banditi senza scrupoli come il Commando che ha assaltato il Centro Commerciale?

27 ottobre 2011

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