Se il borgo di Volpedo fosse negli Stati Uniti, siamo certi che richiamerebbe decine di migliaia di turisti ogni anno, con uno sviluppo economico incredibile, perché quello che sanno fare i volpedesi è unico.
Un saggio lo abbiamo avuto domenica scorsa quando a dieci anni dall’ultimo allestimento volpedese è stato rimesso in scena “Il sole della Fiumana” cioè 18 attori non professionisti che raccontano le storie di altrettanti personaggi del “Quarto Stato” l’evoluzione appunto del Sole della fiumana.
Non avevamo visto la prima edizione di questa piece teatrale e siamo rimasti strabiliati dalla bravura degli attori, ma anche dall’ubicazione: posizionati in alcuni fra gli angoli più belli del borgo di Volpedo: in strada, davanti alla chiesa, dietro una ringhiera, sul balcone al rimo piano o dentro un fienile e in tanti altri luoghi si raccontavano le storie delle gente comune al primi del novecento quando molti lasciarono Volpedo i cerca di fortuna per andare in America, non prima però di aver posato, per il pitur, come lo chiamavano qui a Volpedo, il grande Pellizza, che pagava 3 lire al giorno i suoi modelli che altro non erano che gli abitanti del paese.
Il tempo è stato clemente e così lo spettacolo è andato in scena: il pubblico, abbastanza numeroso malgrado il tempo, camminava per le vie del paese e si fermava nei vari anfratti, nei cortile in strada ad ascoltare le sentire le storie raccontate dagli attorni, chi in dialetto chi in italiano chi in lingua mista, molti vestiti in modo appropriato con abiti che ricordavano moto i contadini e al campagna.
Ognuno dei 18 attori raccontava in modo colorito la sua storia, e fra questi due pronipoti di Giuseppe Pellizza: Maurizio del Conte e Alessandra Bruni, ai quali ovviamente è toccato narrare la storia dei due personaggi principali del “Quarto Stato” il primo ha parlato di Giovanni Galli che è l’amico farmacista del Pellizza, in primo piano sul quadro, la seconda invece ha narrato la storia di Teresa Bidone moglie del Pellizza, la donna i primo piano a destra col bimbo in grembo.
Tutti sono stati molto bravi ad interpretare i personaggi a loro affidati e ognuno ci ha messo del suo per rendere reale la storia ma a noi ha colpito in modo particola Carlo Tortonese per come parlava in modo perfetto il dialetto, Federica Scupelli e Cinzia Bidone per i costumi. Li abbiamo ascoltati tutti: Alessandra Franco, Pietrolesino, Maria Teresa Cisorio, Giacinta Brentassi, Davide Novello, Annalisa Lugano, Monica Bonadeo, Tiziana Bidone, Graziella Boveri, Bruno Cappelletti, Gianni Bincoletto e Manuela Bondeo.
Per 4 ore tutti hanno raccontato storie e poi si sono ritrovati al mercato ma non hanno potuto mettere insieme la fiumana come era previsto. Lo faranno domenica prossima a San Sebastiano Curone.
Anche col finale limitato, però lo spettacolo è stato molto bello, unico nel suo genere e le numerose persone che si sono recate a Volpedo lo hanno apprezzato con scoscianti applausi alla fine di ogni storia.
Come abbiamo etto all’inizio dell’articolo, se fossimo in America uno spettacolo così verrebbe ripetuto almeno due volte all’anno: il girono della nascita e quello della morte del pittore con due grandi manifestazioni che avrebbero un battage pubblicitario tale da richiamare frotte di turisti.
Un borgo come Volpedo dove in ogni anfratto c’è una riproduzione di un quadro realizzato dal Pellizza in moti Paesi non esiste e quello che sta facendo il paese e l’associazione Pellizza è qualcosa di veramente straordinario che meriterebbe un palcoscenico internazionale.
Di seguiti pubblichiamo alcune immagini dei narratori, certi che però non bastano a certificare la bellezza di quello che sono riusciti a creare facendoti passare un pomeriggio davvero unico.
15 settembre 2015